BALCONATE LIRICHE L’amore delle tre melarance

BALCONATE LIRICHE
L’amore delle tre melarance
(2020)

Spettacolo di strada costruito per i cortili condominiali, giardini e piazze

Regia: Luca Vonella
Attori: Anna Fantozzi, Lucio Barbati, Amandine Delclos, Marilena Carpino, Davide Tubertini, Luca Vonella
Musicisti: Alessandro Artico
Scenografia e pupazzi: Anna Fantozzi

Patrocinio: Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, Consiglio Regionale del Piemonte, Città Metropolitana di Torino, Comune di Chivasso.

 

La fase storica che viviamo ci costringe a delle scelte urgenti e dei ragionamenti sull’utilità del teatro. Cosa succede al teatro dal momento in cui deve fare a meno degli assembramenti?
E’ possibile rinunciare al fattore essenziale per cui spettatore e attore sono nello stesso luogo e nello stesso momento?
Il progetto Balconate liriche è un progetto in cui il gruppo di attori del Teatro a Canone sfrutta gli emicicli condominiali dei cortili per trasformarli in un grande palcoscenico urbano, evitando qualsiasi tipo di assembramento, perché il pubblico si affaccerà dalla finestra o dal balcone della propria abitazione. Il progetto mira a riqualificare culturalmente determinate aree urbane e abitative del territorio.
Dunque, gli spettacoli di questo progetto dovranno essere realizzati presso cortili dove i 3 lati siano costituiti da palazzi (di circa 4 piani) con balconi e finestre dove la gente potrà, rimanendo a casa, affacciarsi ed assistere allo spettacolo. Lo spettacolo stesso potrà svilupparsi in strada, in una posizione visibile dal balcone (porzioni di strade potranno essere transennate controllate da volontari e vigili per evitare assembramenti) e potrà svilupparsi sulle facciate dei palazzi. Gli attori (rispettando le norme di sicurezza anti covid – 19) potranno infatti, a loro volta, sfruttare le finestre, le terrazze, i balconi mentre gli spettatori assisteranno allo spettacolo rigorosamente da casa, sporgendosi dalle proprie finestre. I palazzi diverranno loggioni a cielo aperto, platee, gallerie, balconate e piccionaie di un teatro urbano, comunitario e popolare. La situazione ricreerà una sorta di teatro elisabettiano, dove i palchetti saranno i balconi delle abitazioni.

Lo spettacolo mette in scena il I° atto de L’amore delle tre melarance, fiaba scritta dal grande autore veneziano Carlo Gozzi per il Carnevale del 1761. Prende spunto inoltre dal libretto dell’omonima Opera di Sergej Prokof’ev e mette insieme tecniche del teatro di strada (trampoli, strumenti musicali di impatto sonoro come tamburi, un grande pupazzo nello stile del Bred and Puppet, danza ed uso della maschera). Una leggerezza densa di poesia, di coscienza della fase storica in corso e colma di speranza. Proprio per questo la scelta ricade su Gozzi, sulle sue “fiabe puerili”, sulla visionaria e onirica storia del Principe Tartaglia e della compagnia di attori mascherati capeggiati da Truffaldino. Arrivano infatti, questi, quasi dal nulla, come fossero un sogno che si realizza. Alcune scene, ispirate al circo felliniano, si svilupperanno a terra, all’interno del cortile, dove ci saranno personaggi della Commedia dell’Arte dinamici e buffi, attori su trampoli che suoneranno musica dal vivo. Altre scene intere verranno messe in scena dalle finestre, dai balconi sfruttando i vari piani dei palazzi. Il testo del grande autore Carlo Gozzi, ambientato in una corte principesca, sarà applicato sull’edificio condominiale, nel tentativo di “trasformare” per la durata dello spettacolo, quell’angolo spesso dimenticato delle nostre dimore in un antro fiabesco. Sarà uno spettacolo adattato allo spazio urbano ed in dialogo con l’architettura cercando un linguaggio diretto, poetico, visibile, alla portata di tutti, che abbia i contenuti e la forma di un prodotto artistico professionale. Oltre al gruppo del Teatro a Canone (5 attori-musici) saranno coinvolti musicisti dal vivo. Soprattutto saranno coinvolti cittadini volontari del quartiere, abitanti del condominio che potranno inserirsi in alcune momenti dello spettacolo valorizzando le proprie capacità. Le prove saranno concepite come una mini residenza dove, rispettando le norme di sicurezza anti corona virus e utilizzando mascherine e mantenendo la distanza fisica, si cercherà un rapporto partecipativo degli abitanti che lo vorranno.
Sarà un evento partecipato dalla popolazione, volto a valorizzare le risorse culturali nel territorio, a rendere i cittadini protagonisti di un processo artistico in cui si rinnova il senso del teatro e
dell’intervento artistico.

Obbiettivi
– Instaurare un rapporto coni quartieri delle città e con i paesi attraverso una presenza continuata di gruppi e di attori all’interno del luogo scelto che, inserendosi negli spazi e nei tempi quotidiani della vita degli abitanti, sperimentino per tutta la durata del progetto.
– Caratterizzarsi recuperando elementi di antiche forme spettacolari di piazza e sperimentando forme nuove di occupazione dello spazio urbano con il teatro senza limitarsi a trasportare spettacoli dal «chiuso» all’aperto.